Intervista a Marco Degl'Innocenti


autore di La solitudine in due - Zweisamkeit



Forti questi tedeschi! Nonostante le infinite sfumature della nostra ricchissima lingua, in italiano facciamo fatica a tradurre il termine Zweisamkeit; siamo costretti a ricorrere a più parole: solitudine in due. Ma rimane comunque la sensazione di non aver trasferito in modo pieno e completo il concetto. Per fortuna possiamo parlare di questo romanzo con l'autore: Marco Degl'Innocenti.


Marco, facci entrare subito dentro il libro e raccontaci, per grandi linee, la storia che hai scritto.

Il libro parla di Mattia, un ragazzo fiorentino che sin da bambino è affascinato dalla Svizzera, a 25 anni decide di intraprendere una nuova vita nella città di Zurigo, la sua fidanzata storica, Valeria, lo lascia andare, anzi lo sprona a partire pur di vederlo felice, ma non riesce a spiegargli che mai, per niente al mondo, lei lo avrebbe seguito. Mattia nel corso dei mesi, grazie all'aiuto di parenti riesce a trovare lavoro, casa e soprattutto amici veri e inizia a costruire, prima nella sua mente, poi nella realtà, il suo nido d'amore da condividere quanto prima con Valeria. Le cose si complicano quando lei conosce un ragazzo per le strade di Firenze, Samuele, un avvocato bello, simpatico e benestante, la sua vita prende una piega ancor più difficile, quando ancora non riesce a dir nulla a Mattia. Ma la storia continua…

Il libro termina con un epilogo "10 anni dopo" ed è questo che darà un senso a tutta la storia, un finale che rimette in gioco lo Zweisamkeit, un finale che ripercorrerà tutto il passato svizzero di Mattia, con l’arrivo di personaggi nuovi raccontando la nuova vita del protagonista che fa una vita come quella di tanti altri, vivendo seppur felice con il rimpianto di non abitare più nella sua splendida e amata Svizzera. Il libro intervalla la storia di Mattia (scritto in terza persona) con quella di Valeria (scritto in prima persona). Unisce gli avvenimenti alla musica con testi musicali vari.


Mattia e Valeria rappresentano i giovani che si prendono cura del loro futuro, sia personale che di coppia, presentaceli.

Mattia, fiorentino di 25 anni, nutre la passione per la Svizzera sin dalla tenera età, conosce meglio la storia, la geografia e la legislazione elvetica più di quella italiana, conosce Valeria, sua coetanea sempre originaria di Firenze, qualche anno prima, si innamorano e decidono di andare a convivere. Lui è un gran lavoratore, ma non si ritiene soddisfatto del proprio stile di vita, caparbio e tenace, resiste e si adatta alla vita in Italia. Lei è più introversa, tende a somatizzare le situazioni negative, ma a differenza di Mattia è attaccata alla sua Firenze e alle proprie radici, lei è il fulcro di tutta la storia e se lei avesse subito esternato le proprie emozioni con Mattia forse questa storia non esisterebbe.
Per entrambi, la loro storia d’amore era quella perfetta e niente al mondo avrebbe potuto dividerli, addirittura decidono di far entrare nella loro vita un cane, Giulio, un bulldog inglese che completerà il loro amore, anche Giulio purtroppo risentirà dell’assenza di Mattia, che a sua volta però progetterà il proprio futuro all’estero sempre e solo in base a lui e Valeria.
A 25 anni pensare al proprio futuro, sistemarsi, per qualcuno è ancora presto, ma per loro quello era il momento giusto, si sentivano in grado di affrontare la vita sempre uniti, la famiglia tutti e tre insieme era il loro minimo comune multiplo, ma in amore come in matematica, basta una piccola variabile per sbilanciare tutta l’equazione e Mattia grazie alla sua euforia ma in buona fede, con l’aiuto del silenzio assenso di Valeria, è riuscito a scombussolare completamente tutto quello che avevano creato insieme.


Da dove è nata l’idea di questa storia?

Questa è una storia che racchiude in sé diverse avventure, fatti di vita reale e storie completamente inventate. Ho vissuto in Svizzera proprio nel periodo in cui Mattia vive la sua storia e proprio come lui ho affrontato esperienze positive e negative della vita all’estero, ho voluto portare su carta una storia che avevo da sempre dentro e così inventando i due protagonisti e tutti i personaggi secondari, basandomi anche su persone che realmente ho conosciuto, ho affrontato temi e situazioni in cui è facile imbattersi se si decide di andare a vivere lontani dal posto in cui siamo nati e abbiamo vissuto per anni, decenni.
Una bozza di questa storia è rimasta, ferma, latente all’interno della mia mente e quando mi sono deciso a scriverla è uscita senza troppi problemi, mia moglie mi spronava a scriverla, mi incoraggiava, così in un tempo relativamente breve ho scritto tutto, narrando in un modo particolare, “strano”, qualcosa di non comune che però è piaciuto ai lettori.


Quali sono i temi che tratti nel libro?

Quando ho deciso di pubblicarlo è stato inserito nella categoria “romanzi rosa”, solo per mancanza della categoria in cui secondo me dovrebbe stare, per me è un “romanzo azzurro”, perché sì, tratta temi come l’amore e gli intrecci amorosi in primis, ma parla anche di amicizia, di lingua tedesca, di musica, di geografia, legislazione estera e finanza. No, non è un libro da studiare, è un libro che aiuta a capire i divari che ci sono tra un paese estero, la Svizzera appunto, e il nostro Bel Paese, cose reali, ma quasi assurde se leggiamo con la mentalità italiana. Leggendo le avventure di Mattia e Valeria, grazie ai loro sentimenti, si potranno sfatare miti e stereotipi di vario genere legati alle due nazioni.


Siamo abituati a considerare il concetto di solitudine al singolare, ma come si può vivere lo Zweisamkeit, cioè la solitudine in due?

Zweisamkeit è un termine unicamente tedesco, è quella condizione in cui due innamorati vivono in una bolla di sentimenti che gli permette di vivere estraniati dal mondo e da tutto ciò che li circonda, è un’infatuazione forte che permette di esistere senza pensieri negativi, Mattia lo proverà ma capirà in un secondo momento il suo vero significato, ma per comprendere completamente il significato l’unico modo è leggere tutta la storia fino all’ultima riga.


Con quale animo e consapevolezza consigli ai giovani d’oggi di affrontare il trasferimento in un’altra nazione?

Andate, partite, non è mai troppo tardi per cambiare vita, dovrete arricciarvi le maniche, soffrire e farvi valere, far valere ciò che siete. Lasciare tutto e tutti può essere, è, doloroso sia per chi va sia per chi rimane, ma quanto vale una vita migliore? Quanto vale il rimorso di non aver tentato? Si parla della propria esistenza e se vi sentite pronti a fare un passo al massimo della portata della vostra gamba, buttatevi, vada come vada, il vostro bagaglio di esperienza e di avventura sarà sempre arricchito.
Se poi chi vi ama e chi amate sarà disposto a seguirvi sarete già a metà dell’opera.


Che valore ha la musica all’interno del romanzo?

Mattia gira sempre con un lettore mp3 nelle orecchie, carico di musica e trova sempre un brano che fa al caso suo in quel momento: una canzone che ti dà la carica quando stai facendo attività fisica e sei allo stremo delle forze; una canzone che ti fa tenere il tempo con il piede quando sei a lavoro e che per pochi minuti ti rallegra la giornata; quella canzone che canteresti un milione di volte, sotto la doccia, in auto, o davanti a un pubblico nonostante tu sia stonato come una campana. La musica nel romanzo rafforza molte situazioni, ti fa entrare nel mood del momento, ti fa conoscere i personaggi del libro, ti si pianteranno in testa e non potrai non leggere senza cantarle o riscoprirle e perché no, aggiungerle alla tua playlist. Mattia ha un cantante famoso nel suo cuore, un suo concittadino che lo accompagna spesso e anche grazie a lui riesce ad affrontare dei momenti di solitudine particolarmente difficili.


Parlaci un po’ di te: chi è Marco Degl’Innocenti? Cosa fa nella vita?

Nasco a Pistoia nel 1990, ho lavorato come fotografo dai 16 ai 25 anni, a 19 ho installato la mia prima mostra fotografica per non vedenti, è vero è quasi un controsenso, credo di essere stato uno dei primi in Italia, il tema era molto duro: Auschwitz e Birkenau. Avevo installato la mostra nella biblioteca comunale, le fotografie esclusivamente stampate in bianco e nero con una tecnica di rilievi tra il bianco dello sfondo e il nero della stampa permettevano di essere toccate ed esaminate dalle persone ipovedenti e non vedenti, avevo fornito di un codice in braille ogni singola foto e fornendo un lettore audio le persone potevano ascoltare la descrizione della fotografia che io stesso avevo registrato. Questo ha instaurato in me l’arte, la voglia di fornire alle persone che non possono vedere i mezzi per potersela gustare, il mio sogno nel cassetto, infatti, è quello di poter realizzare un audiolibro del mio romanzo. A 25 anni mi trasferisco prima in Svizzera poi in Spagna dove conosco mia moglie, ci trasferiamo entrambi in pianta stabile nella periferia di Pistoia, continuo a lavorare come fotografo ormai sporadicamente mentre il mio lavoro principale è il metalmeccanico, costruendo e allestendo treni.


Come ti sei avvicinato al mondo della scrittura?

Ho sempre amato scrivere, ma il mondo è cattivo e io mi sono arreso troppo presto, le scuole medie ti formano e a me hanno fatto odiare le materie letterarie, le superiori ti fanno crescere, ti indirizzano verso qualcosa che hai scelto per il tuo futuro ma con la mentalità di un bambino, ho riscoperto la scrittura con professori che mi assecondavano e incoraggiavano a scrivere sempre di più, poi il lavoro, le prime cotte, gli amori. Nel periodo in cui gli ormoni vanno a pieni giri e la testa pensa solo a divertirsi chi pensa più a scrivere? Poi il lavoro, la vita reale, ti accorgi di essere diventato adulto da un giorno ad un altro, allora c’è chi gioca a calcetto, chi fa la calza e c’è chi scrive, perché davanti a un foglio bianco diventi chi vuoi e fai andare avanti la tua storia come vuoi.


Lasciamo scoprire ai lettori dove stanno i cuori di Valeria e Mattia… il tuo è più italiano o più svizzero?

Il mio è italiano, ma è rimasto lassù. Ho la certezza di essere nato, seppur nel paese più bello del mondo, nel periodo sbagliato, una generazione di troppo, e nel luogo sbagliato.
Non ripudio l’Italia adesso e mai lo farò, ma il mio carattere pacato, l’essere abbastanza introverso, meticoloso e pignolo, mi avrebbe reso un ottimo abitante svizzero, perché come sono stato in pace con me stesso e con il mondo durante quell’anno in cui ho vissuto a Zurigo, non riuscirò ad esserlo neppure in 100 anni qui in Italia, a casa mia.


Questa storia avrà un seguito?

Sì, la stesura del nuovo capitolo va avanti giorno dopo giorno, parlerà di Mattia, sempre in giro per il mondo, avventure nuove, lingue nuove, persone nuove. Un cambio drastico di scenario, come drastico sarà il suo cambiamento personale, la musica continuerà ad esserci, i sentimenti pure, nuovi personaggi e un’avventura che sarà irripetibile. Il titolo questa volta sarà legato ad un’altra parola straniera intraducibile in italiano, non tedesca, ma che porterà con sé un significato molto meno filosofico ma allo stesso tempo racchiuderà qualcosa di molto importante ai fini della sua storia.


La solitudine in due - Zweisamkeit di Marco Degl'Innocenti



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